Migliorare stile e immagine è qualcosa che possiamo davvero imparare? “Quello che ho imparato dello stile… è che ‘avere stile’ o emulare quello di qualcun altro, ahimé non si può imparare. I consigli di stile (…) sono l’opposto di quello che lo stile vero è”.
Sono le parole che leggiamo nelle prime righe dell’introduzione al nuovo libro di Elisa Bonandini, “Smart Beauty Style, ridisegna la tua immagine” (Eifis Editore). Una guida che, invece, vuole dichiaratamente insegnarci a migliorare il nostro stile per sentirci meglio con noi stessi e con gli altri.
Che siano provocazioni o riflessioni quelle della bravissima consulente di immagine, ciò che alla fine conta davvero è che Elisa ci prova. Tastiera alla mano, analizza tutti i meccanismi inconsci che mettiamo in atto quando ci vestiamo, trucchiamo, pettiniamo. Il linguaggio, spesso trascurato, delle nostre scelte in fatto di abiti, make-up e acconciature. Con esempi concreti di celebrities e personaggi che hanno saputo conquistare il pubblico a volte proprio grazie a un cambio di look.
Per chi ha deciso di migliorare taglio e colore capelli o semplicemente fare un upgrade della propria immagine, il suo libro è una guida concreta indispensabile. I capitoli dedicati alle chiome e alla loro capacità espressiva sono un must-have, anche per le esperte di Colorami. Ecco cosa ci ha raccontato Elisa sui capelli.
Una delle prime cose che dici nel tuo nuovo libro a proposito dei capelli è che sono ‘un tratto somatico secondario’ rispetto a occhi e labbra. Cosa significa?
“Significa che sono da considerare tratti distintivi del nostro look, alla stregua di altri elementi come occhi, naso e bocca. Anche se, rispetto a questi, passano in seconda battuta quando si guarda un volto. Quindi, l’attenzione di chi ci guarda cade prima su occhi e bocca, perché estremamente comunicativi, poi sui capelli. Tutti questi elementi vengono valutati e ‘arrivano’ alle persone con i loro messaggi. Essere coscienti di quali percezioni e messaggi invia la propria chioma è un grande plus in comunicazione, in un’ottica di gestione virtuosa del proprio potenziale d’immagine”.
Dagli esempi concreti che proponi, sembra che un taglio corto in generale possa dare un carattere più deciso. È così o sono solo alcuni casi?
“Il taglio corto è associato all’estetica dell’uomo e possiede quindi un’energia maschile di base. Dipende, poi, dalle linee del taglio e dal colore. Facciamo un esempio: se si adotta un taglio geometrico dalle linee nette con un colore scuro e pieno, si dà una percezione di rigore, centratura e decisione. Se, invece, si adotta un taglio asimmetrico dai colori pastello, si dà una percezione più creativa, naif e artistica. Non esistono regole assolute quando si tratta di immagine personale: ogni sfumatura leggermente diversa dà percezioni diverse, cambiando le carte in tavola”.
Capire perché portiamo i capelli in un certo modo significa avere anche gli strumenti giusti per poter fare un upgrade del look. Ci spieghi meglio questo passaggio? Qualche suggerimento per chi cerca un cambiamento?
“Un upgrade del proprio look, dal mio punto di vista, dovrebbe sempre partire dall’estetica. Quindi, prima si analizzano, ad esempio, la forma del viso e l’armocromia. Solo successivamente si individua, a livello di taglio e colore, una rosa di opzioni esteticamente donanti. Dopodiché, queste opzioni donanti devono integrarsi con altri due aspetti. Uno è il gusto personale, l’altro è legato alla capacità espressiva di ogni hair look in base ai propri obiettivi di comunicazione. Di questi ultimi, appunto, dobbiamo essere essere consapevoli. Estetica e intenzioni di comunicazione hanno lo stesso peso: 50% e 50%!”
“Il concetto di personalità ad alto o basso monitoraggio, di cui parlo, è difficile da sradicare nelle persone. Chi ha un alto monitoraggio si acconcia secondo la moda e il giudizio degli altri. E, magari, adotta tagli e colori poco donanti per le proprie caratteristiche personali pur di conformarsi a un trend. Chi, invece, ha una personalità a basso monitoraggio, persegue la propria visione di bellezza e stile. Si focalizza su di sé e non sui trend del momento, ma magari perde di vista l’importanza del rinfrescare il proprio look secondo stilemi più contemporanei”.
“Rivolgersi a un curatore di immagine prima di un cambiamento radicale può essere la chiave che bilancia l’alto e basso monitoraggio. Allo stesso tempo aiuta a consapevolizzare meglio il proprio potenziale di immagine inespresso secondo le personali caratteristiche”.
I capelli comunicano: quelli lisci non dicono le stesse cose dei ricci. Ci faresti esempi concreti con celebrities, che poi ritroveremo nel tuo libro?
“L’attrice Robin Wright nella serie ‘House of cards’: capelli lisci su un taglio corto e geometrico, che comunicano rigore, precisione, sobrietà e assertività. Il ruolo di Claire Underwood in questa serie Tv, infatti, è quello di una donna determinata, ambiziosa, algida e perfezionista. Percezione che non avrebbe potuto dare con la stessa incisività se avesse adottato un taglio lungo e con boccoli, che, invece, si confà di più a ruoli – passatemi l’espressione, da svampita”.
“Volenti o nolenti con i nostri look siamo vittime di una lettura stereotipata della nostra personalità e atteggiamento. Meglio esserne coscienti e gestirla piuttosto che subirla inconsapevolmente”.
Perché, a tuo giudizio, il mito della ‘bionda’ non tramonta mai?
“Perché i colori sono archetipi e, appunto, gli archetipi non tramontano mai! Il giallo è il colore della luce del sole, che ci dà energia e ci stimola. Più è chiaro e più è luminoso ed etereo. Se pensiamo al primo e iconico biondo platino di Jean Harlow e poi quello di Marilyn Monroe, le ricordiamo come creature speciali, quasi celestiali! Il biondo è il non plus ultra della delicatezza, della femminilità e della sensualità. Frivolo, giocoso, infonde gioia e freschezza…come non amarlo!”
L’esempio di cambiamento virtuoso che preferisci?
“Ce ne sono diversi che ho apprezzato molto. Tra questi uno dei miei preferiti è il cambiamento della popstar Katy Perry: da bionda cenere a nera. Un cambio look sostenuto ed esaltato dalla brillantezza dei suoi occhi ‘gioiello’ azzurri, per poi virare sulle lunghezze in colori pop come il blu e il viola. Si sa che le popstar sul palco e in video devono essere visibili, devono ‘bucare lo schermo’”.
“La sua scelta è scaturita sicuramente da questo intento. Tecnicamente, funziona perché lei ha un incarnato chiaro e freddo e occhi molto brillanti. Il contrasto alto che si crea tra pelle chiara e capelli neri (che di base è un colore freddo) vibra e le accende ancor di più gli occhi azzurri. Una scelta, esteticamente e comunicativamente parlando, perfetta. Come già detto estetica, obiettivo di comunicazione e personalità hanno lo stesso peso nella scelta di un hair look. Quando sono in sintonia, il risultato è wow!”